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I vostri percorsi

METAMORFOSI

“Una volta al mese vivo la metamorfosi, il ciclo della sofferenza. Lacerante. Ogni volta lo stacco è doloroso fino alla negazione di me stessa, al rifiuto di quello che ero, di quello che sono.
Scappare non si può… impossibile.
L anima reclama.
L anima mia che non sta comoda in questo corpo?
Stretta. Non trova fluidità, non trova espressione.
Forse la costringo ad una vita non sua. Non so ascoltarla?
Sono scissa. Lei mi abbandona. Nulla ha senso e mi muovo senza un regista… senza il capitano, lasciata a me stessa nella tempesta ed aspetto speranzosa il sole che tornerà a far luce.”

VIVERE A META’

“Sin dal menarca (12 anni) il ciclo è stato doloro fisicamente, irregolare (ritardo) abbondante e lungo (7/8 giorni).
Dal 2006 circa i malesseri sono nettamente peggiorati e estesi a livello psicologico.
I sintomi iniziano 11 giorni prima del ciclo fino alla scomparsa di esso.

Un mese vissuto a meta’.
Crampi, Annebbiamento vista, Tensione mandibola e cervicale, mal di testa
Respirazione affannosa, Gengivite
Insonnia, Dolore seno, Dolori addominali e lombari
Gambe pesanti e molli
Dall assenza d appetito all insaziabile.
Dalle stitichezza alla diarrea, Dal freddo al caldo.

E la cosa più invalidante è il pasaggio dall iperattività, al nervosismo, alla rabbia, allo Stordimento. E poi sentirsi scarica, senza energia, senza forze fisiche.”

SENZA DI ME
“Come posso accettare di essere imprigionata? Come posso rompere le catene invisibili? Come posso liberarmi di una cosa che non sono io? 

Per circa mezzo mese sono una persona (apparentemente integra) con le mie idee, I miei progetti, le mie forze, il mio essere. E….  da un giorno all altro non sono più niente, rinnegho e rimpiango chi ero.

Come se qualcuno prendesse la guida della mia auto e la facesse sbandare di qua e là, senza che io abbia il potere di reagire. Ogni mese ho paura del suo ritorno perche sono impotente, anche se dimeno invano e poi aspetto che tutto passi per tornare in me e ritrovarmi.

Cerco di evitare di prendere impegni in quei giorni, ma considerando l imprevedibilità degli eventi non è possibile. Faccio le cose come tutti gli altri giorni, ma con tanta fatica, e senza presenza.”

PERDITA

“Perdita di motivazione, perdita di autostima, perdita concentrazione e memoria. Perdita di controllo sul corpo e sulla mente, come una macchina lasciata a folle senza il freno a mano tirato.

Mi sento impotente, incontrollabile, imprigionata.
Voglio guarire per essere libera. Per essere me stessa.”

IL PRIMO PASSO DI ANGELICA

Soffro da sempre di sindrome premestruale.

Prima della gravidanza mi limitavo ad odiare il mondo.

Ero insofferente, nervosa, nevrotica.

I problemi si ingigantivano a tal punto da vedere tutto nero.

E ricordo con nostalgia quegli anni. Perché poi tutto è cambiato. In peggio.

Dopo un parto ai limiti dello splatter ho trovato anche l’alibi del terrore del ginecologo, in senso più vasto, dei medici.
E sono 3 anni che soffro come un cane, ogni mese.

Non odio più nessuno.

In compenso la settimana prima del ciclo è scandita da mal di testa feroci.
Aumento di peso di anche 5 kg.
Fame nervosa incontenibile.
Nervosismo.
Extrasistole notturne, attacchi di panico.
Sensazione di cadere nella prima fase del sonno.

Sto male, male che ogni mese ho il terrore di affrontare quella settimana ma allo stesso tempo ho paura di chiedere aiuto.
Questo forse è il primo passo che faccio.

Ho paura.

La settimana scorsa mi stavo addormentando e continuavo a saltare nel letto.

È terribile sapere che succederà di nuovo.
Sempre la settimana prima del ciclo.

L’AMORE di SILVIA

In quei giorni
io sfiderò la tua pazienza,
sii più tenace.

Metterò in dubbio il tuo amore,
dammi le conferme di cui ho bisogno.

Distruggerò me stessa,
raccogli con amore i frantumi.

È lì, mese dopo mese,
che troverai il peggio di me
solo perché tu lo possa negare.

È attraverso i tuoi occhi
che potrò vedere la mia luce.

Non arrabbiarti con me,
la rabbia maggiore è la mia,
sottomessa alla chimica.

Stringimi finchè la tempesta
non sarà passata.

Amami finché
non sarò di nuovo me stessa.

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Condividere significa diffondere, far sentire la propria voce.
Raccontati, io ti ascolto.