Ho avuto il menarca a 9 anni. Prestissimo.
Non vi dico che mi ricordo della sindrome pre-mestruale a quell’età. Quel che mi ricordo sono i fortissimi e lancinanti dolori che mi coglievano ogni mese, e ai quali mia mamma non poteva porre rimedio, se non con delle gocce di Novalgina che stroncavano tutto.
Non sto a dirvi le mie sensazioni verso qualcosa che non mi era stato spiegato, che non mi aspettavo, e che inizialmente, colta da sgomento, pensavo fosse una ferita.
Mi sentivo diversa dalle altre bambine e con una sorta di menomazione, e di infinito disagio anche a causa della difficoltà di dover indossare qualcosa di voluminoso e potenzialmente imbarazzante. Durante la mia adolescenza e poi nell’età adulta, fino a poco tempo fa, ho cominciato a realizzare la mia condizione, il mio stato di incredibile nervosismo durante la sindrome pre-mestruale.
I sintomi erano facilmente individuabili: mal di testa, fortissima irritabilità, rabbia, sentimenti gonfiati e amplificati, voglia di piangere, pianti. Nei confronti di tutto ciò ho sempre pensato, come mi era stato suggerito, “è normale”, “avviene ogni mese”, “basta ricordarsi che questo stato non è dovuto agli eventi della nostra vita, ma alla sindrome pre-mestruale. Una volta ricordato questo, possiamo stare sereni”.
Tuttavia ho sempre trovato quasi impossibile stare serena, e soprattutto negli ultimi anni, ciò che mi accadeva era una sensazione di oscura tristezza e assoluta pesantezza che nulla, ma dico NULLA, nemmeno vedere una cara amica e pranzare con lei, nemmeno il sole, niente, niente poteva alleviare.
Oltre a ciò, negli ultimi anni dolori di pancia strani, sintomi del ciclo senza averlo ancora, ciclo che ritardava ma con sintomi dolorosi, mi rendevano difficile il proseguire della giornata.
I frequenti pianti, gli scoppi di rabbia, la sensazione di sentirsi in trappola e di aver sbagliato la propria vita, si scioglievano poi una volta arrivato il ciclo.
Mi son sempre chiesta: “E’ possibile che nessuno possa venire in aiuto a noi donne in questi momenti?” Ho sempre avuto la sensazione che della sindrome pre-mestruale non importasse a nessuno e che fosse qualcosa di minoritario e non curabile, ma soprattutto che le donne fossero sole ad affrontare questo difficile momento di transizione.
Ora sono in menopausa. Tuttavia scrivo.
Scrivo qui, perché sono convinta che ci sia un altro modo per ascoltare le donne e, avendo anche sentito, da persone a me care, di forme anche più gravi della mia, davvero mi sono convinta che la PMS non possa dipendere da condizioni psicologiche, non sia da trattare con psichiatri o psico-terapeuti, ma sia un disturbo di natura fisica e fisiologica che pretende ed ha diritto di essere ascoltato.
Sì, anche in giorni scomodi, di transizione, ma talvolta aggressivi, distruttivi, invalidanti, le donne devono essere ascoltate. E non dall’unico medico che tu hai scovato dopo grandi ricerche, che sorprendentemente crede a quello che tu dici e riconosce come importanti le tue parole, ma da ospedali, consultori, medici tutti, che abbiano davvero a cuore il benessere della persona ed in particolare della donna, senza dubbi e senza sottovalutarla, in luoghi ad essa dedicati e con il tempo, la cura e il supporto dovuti.